SCUSA, SEI E' UN PILOTA TROPIC AIR?

 

Racconto di Fabrizio Dell'Acqua


“Scusa, sei un pilota della Tropic Air?”

Alzo gli occhi dall’”Emily Island News” del mese scorso e li fisso sul mio interlocutore, un giovane in perfetta tenuta caraibica, sembra uscito da un sfilata romana, griffato dalla testa ai piedi, accento romano ma con una voluta intonazione francese che non trarrebbe in inganno nemmeno un americano...

“Perchè?” in questi casi sempre rispondere con una domanda... se non altro si prende tempo.

Ero seduto su una panchina all’esterno dell’aerostazione di St. Martin, Princess Juliana International, in compagnia della solita turba di locali che, sempre con molta calma, si prestano come facchini, tassisti, guide e quant’altro sia utile per rimediare qualche dollaro dai turisti.

“Vedi, cerco un pilota per un lavoro speciale, ho visto la tua uniforme,” - si fa per dire, camicia a fiori ma con un’aquila dorata, bermuda ed un logoro berretto con un fregio sbiadito su cui spicca TA - “e so che il personale Tropic Air non guarda troppo per il sottile e soprattutto sa tenere la bocca chiusa...”

“Va avanti... ma non qui, ci vediamo tra dieci minuti giù a Marigot, Brasserie Bombay, avenue de France...”

Dovete sapere che St.Martin, o St.Maarten, è una strana isola divisa tra Francia e Olanda, parte integrante del territorio metropolitano dei due stati, e che Marigot è la capitale della parte francese; quindi si parla francese, le macchine circolano con targa francese, i poliziotti sono i caratteristici “flics” francesi... ma la popolazione è caraibica, quindi un misto, o meglio un “mélange” di razze, colori, odori, cibi e sapori.. e la Brasserie Bombay offre cibo indiano ed indonesiano, eredità delle colonie olandesi dell’altra parte dell’isola... ci siamo capiti!

Comunque prendo un taxi, lascio la parte olandese - l’aeroporto internazionale si trova da quella parte - e raggiungo Marigot, la brasserie e dopo qualche minuto sono in compagnia del mio amico romano.

“Una birra e una fettina di quiche per me - una birra a stomaco vuoto non me la posso più permettere - , tu cosa vuoi?”

Il romano ordina un Pernod - è più raffinato lui - e comincia a parlare di personaggi del jet set, di privacy, “sai, per certe cose ci vuole riservatezza, c’è gente che in certe circostanze non vuole e non può esporsi, è una questione di immagine...”

“Va bene, veniamo al sodo, cosa, dove e quando... non ho molto tempo, domani devo partire per St. Barth e al ritorno ho un volo per Antigua”

“Ok, ok, va bene così, tu dunque oggi sei libero... e l’aereo, è disponibile?”

Qui è necessaria una piccola spiegazione... noi piloti Tropic Air abbiamo uno scheduling flessibile, l’amministrazione non è così rigorosa su quali voli dobbiamo fare e quando, si accontenta che ogni volta ripartiamo dallo scalo in cui siamo atterrati e con gli aerei a cui siamo abilitati... cosa facciamo nel frattempo è a nostra discrezione e, se il velivolo è libero, nessuno si preoccupa se viene utilizzato per fini non proprio istituzionali... purchè non costi, anzi, magari faccia guadagnare qualche dollaro extra...!

“Si da il caso che il Twin Otter oggi sia disponibile...”

”Molto bene, vedi, alle 5 del pomeriggio aspettiamo un executive da Londra che deve atterrare al Princess Juliana... gli ospiti a bordo devono proseguire per St. Barth, ma non vogliono pubblicità....”

Visto che si tratta di persone, tiro un sospiro di sollievo... per una volta tanto non si tratta di trasportare merce dubbia o di dubbia provenienza, e poi non c’è il rischio di impestare l’aereo come coi mailaini di Piccignaus...

Così ci mettiamo d’accordo, anche sul prezzo naturalmente; sarò disponibile all’aeroporto a partire dalle 4 del pomeriggio, l’aereo è pronto e rifornito, comunque è solo una mezz’ora di volo. Il romano non mi chiede nemmeno se sono abilitato per St.Barth, si vede che non sa che quello è un aeroporto difficile, occorre un’abilitazione speciale, comunque io ce l’ho, ho avuto il Prez come istruttore, se non starnuta Lui è un drago...

Puntuale mi presento all’aeroporto alle 16:00 ora locale, come concordato.. chiamo uno dei ragazzotti locali e per qualche dollaro, rigorosamente cacciato di tasca mia perchè il Prez queste cose non le apprezza, faccio dare un’ultima pulitina al velivolo, si sa, per trasporto VIP almeno i portacenere vanno vuotati e le gomme americane staccate dai tavolini! Io nel frattempo faccio il controllo esterno, solito giro, le superfici sono pulite, gli alettoni si muovono senza giochi, la presa statica del pitot, soprattutto quella, è pulita... (no, non è come pensate voi, sul fianco del muso c’è un buchetto circondato da un cerchietto rosso...), controllo anche l’avvisatore di stallo, il carrello - le gomme sono un po’ lise ma speriamo che reggano anche l’impatto a St. Barth, là è sempre un po’ duretto, e poi bisogna frenare di brutto...-, insomma, tutto a posto.

Verso le 17:00, sempre locali, ecco apparire un elegante Falcon 900EX che appoggia le ruote in modo impeccabile, con regolare nuvoletta bianca, sulla 09 e parcheggia un po’ lontano dai grossi “charters” che caricano e scaricano accaldati turisti dell’”all inclusive”. Mi avvicino spinto da naturale curiosità e per dare il benvenuto al mio ospite... Sulla porta compare una meravigliosa ragazza in tenuta da stewardess, seguita da un paio di altrettante belle fanciulle che fanno ala ad un distinto signore alto, coi capelli brizzolati, occhiali azzurri, quelli che io chiamo “da non-sole” che parla in inglese con spiccato accento di Cuneo. Subito mi viene in mente il Supercomandante Beltramini.. forse che è proprio Lui, arrivato fin qui con un executive e che non vuole sporcarsi le mani pilotando un misero aeroplanuccio ad elica per l’ultima tratta del volo delle vacanze. Mah, io non l’ho mai conosciuto, Lui non frequenta gli aeroporti di fortuna ai quali sono relegato io con la mia misera qualifica di pilota di serie C, però me ne ha parlato una volta l’Ernesto : “Sai, Lui essere Gomandande Master, biù bravo di duddi, più di mille ore volade, mio grande amico, noi essere qulo e gamicia...”... se lo dice l’Ernesto c’è da crederci, di quelle cose se ne intende!

Ho ancora il dubbio quando lo sguardo mi cade su un particolare dell’abbigliamento del mio ospite... ai piedi calza delle babbucce blu notte con le iniziali in oro, FB. No, non può essere Beltramini, si chiama Giuliano, al massimo ho sentito dire che qualcuno lo chiama Giuly, ma quella F non corrisponde. Chi sarà il nostro personaggio? Comunque meglio così, magari non nemmeno guidare una bicicletta e non giudicherà il mio pilotaggio! Non perdo tempo, mi presento, lui mi guarda come se fossi trasparente e, sempre scortato dall’Esercito della Gnocca, si avvia verso il mio aeroplano...

“Prego, faccia come se fosse a casa sua” mi verrebbe da dire, ma è inutile perchè lui l’ha già fatto, così salgo al posto di pilotaggio, metto in moto, chiedo le necessarie autorizzazioni, mi accodo ai “charters” di cui sopra e decollo in direzione St. Barth.

Il volo è breve e senza storia... In avvicinamento faccio un giro sulla baia e sull’Eden Rock, uno dei più lussuosi alberghi dei Caraibi, sfioro la sommità della collina per la gioia degli spotters sempre appostati (ogni tanto a qualcuno viene fatto un nuovo taglio di capelli, ma tanto quelli ci godono!), e atterro sulla piccolissima pista.

Prima ancora che abbia fermato le eliche, il mio passeggero scende, manco mi fa un cenno con la mano e si avvia ad una limousine che lo aspetta.

Mentre sto pensando se seguirlo o no, almeno per soddisfare la mia curiosità e magari per continuare a godere dello spettacolo della sua scorta, sono avvicinato dal tizio romano che mi aveva avvicinato a St. Martin (chissà come c’è arrivato qui!), che in silenzio mi mette in mano una busta abbastanza gonfia.

“Questa è la prima parte del tuo compenso, vai a farti una birra e aspetta qui per tornare...”

“Aspettare quanto?” chiedo un po’ imbarazzato, “se si fa troppo tardi non si può più tornare, alle 18 viene buio e non mi piace volare di notte...”

”Che ti piaccia o no, tu aspetta se vuoi il resto dei soldi... e se vuoi continuare a volare qui ai Caraibi...”

L’argomento è convincente e non replico, però azzardo una domanda:

“Chi è il personaggio che ho trasportato... capisco la privacy ma almeno a me lo puoi dire”

“Come, non l’hai riconosciuto?. Ma se è su tutti i giornali, dalle riviste patinate ai tabloid scandalistici, un grande imprenditore, locali notturni, formula 1... sai, a te lo posso dire visto che non sai chi sia nè io te lo dico, questa è la vera indiscrezione, viene qui a trovare a la mamma che ha sistemato su all’Eden Rock, povera donna, se lo merita, ha fatto tanti sacrifici per farlo studiare da geometra...!.”

Così io, e forse anche voi, restiamo lì a berci la birra e a pensare: “Chi sarà mai?”

PS per il Prez.

Il rapporto di volo non te lo mando e i soldi, una volta tanto, li tengo io!

 

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