VENEZIA - 02 giugno 2005


Venezia Radar

 

 

Ciao a tutti,

 

invio questa foto, che potrebbe apparire priva di senso, alla ML, perché ha una particolare importanza nella mia vita e rappresenta un momento che volevo condividere con gli amici tropicani, soprattutto quelli che in questo anno, mi hanno visto cambiare e in un certo senso mi hanno visto crescere, un ringraziamento particolare va al Prez, a Miguel, al Lince (Bstrd Insd =)), a Mauri, al Dott. Scotti, a Meme, all’Americanaccio Seba&ldots;.(non vorrei aver dimenticato nessuno)..oh cazzarola e ovviamente il comandante Mankusen con Mr. Zanello incluso.

Ebbene il giorno 02/06/2005 alle ore 15.42 ho effettuato la mia prima comunicazione radio reale al Radar di Venezia&ldots;.il Prez mi aveva chiesto di scrivere qualcosa per trasmettere cosa si prova, che impressioni fa&ldots;sinceramente credo che sullo schermo di un computer non sia possibile descrivere quello che ho provato in quei pochi secondi, posso solo dire che quando apri il “mike” (quel bottone bianco, su quel coso nero della foto) il tuo cervello si svuota, ti senti leggero e tutto quello che hai imparato, tutte quelle frasi standard che avevi raffinato con il tempo spariscono dalla tua mente per qualche secondo, tutto quello che ti girava per la testa prima sparisce, inizi a tremare e sei decisamente agitato, non vi so dire se commosso o quasi impaurito.

Tutto quello che ti accade attorno sparisce rimani solo tu e il Radar, una maledettissima traccia verde, che aspetta che tu gli dica qualcosa.

Farlo non è stato facile, non era una delle mille comunicazioni con i Cessnini di Trento e neanche una delle centinaia di frasi sparate su IVAO senza alcuna preoccupazione, la era tutto vero, come lo era a Trento del resto, ma la un centinaio di persone per ogni traccia dipendeva dalle tue labbra, dalla tua lucidità mentale e dalla tua capacità.

Alla fine di tutto questo, di questi mille pensieri che mi scorrevano in testa ad una velocità impressionante, ho schiacciato quel maledetto pulsante e con una voce tremolante ho pronunciato le prime parole della mia vita da dietro un Radar.

E cosi che ho aggiunto un altro mattone a quel muro che sto costruendo, a quel muro che rappresenta il mio futuro&ldots;.

Emanuele Papa

 

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