V.C. Bird

 



Edizione straordinaria:

 

 

E' Yoshiro Matsannàhi il pirata dell'aria che rivendica la restituzione della moglie e il dissequestro delle "macchinette"

Minaccia di dirigere il bestione contro le palazzine della Tropic

Volo ACE sequestrato a terra

Il volo ACE in partenza da V.C. Bird ha caricato 20 passeggeri norvegesi, tutti balenieri in pensione.

Finalmente chiarita la natura delle "macchinette" di contrabbando: gli aggeggi trasformano lardo suino in pregiato grasso di balena.

Magroni magroncelli e lattonzoli erano il misterioso carico degli idrovolanti

mentre i charter Eastern Caribbean Airways trasportavano macchinette da collaudare.

Difficile credere che alcuni piloti Tropic e ACE e le rispettive Presidenze siano estranei alla vicenda,

il che confermerebbe l'ipotesi che lo sciopero sia stata l'ennesima montatura dei faccendieri italici.

Gli uffici Tropic Air sono il bersaglio annunciato del kamikaze

 

Da alcune ore un Boeing 777 dell'Air Cargo Express è bloccato a terra nell'area sud-ovest dell'aeroporto di casa nostra. Il chiacchierato giapponese Yoshiro Matsannàhi si è impadronito dell'aeromobile e minaccia un'azione da kamikaze qualora non si accolgano le sue perentorie richieste. Tutto è avvenuto in pochi istanti mentre il TA011 (alias ACE 084) si apprestava al rullaggio per la testata 25 dell'hub di V C Bird. A bordo i 20 norvegesi rientrati mercoledì da Cocoa Point, del cui trasporto si era occupato il TA012 compiendo un volo speciale di andata e ritorno, che non aveva convinto colleghi e autorità del controllo aereo: "troppo lungo e su una rotta inspiegabile" era stato subito commentato dal TA023.

I malcapitati norvegesi sono ora ostaggio del giapponese che minaccia di costringere il TA011 a un'operazione da kamikaze se non gli verrà restituita la moglie (presunta vedova) Nosiurina Suimuri e tutte le "macchinette" imbarcate nella stiva. Infatti Matsannàhi allo scadere dell'ultimatum darà istruzioni al TA011 di dirigere a tutta forza l'aeromobile contro gli Uffici Tropic Air, che sono stati cautelativamente evacuati.

 

Ma andiamo con ordine nel riepilogare l'intricato scenario di questa vicenda che sta tenendo col cuore sospeso gli abitanti dell'arcipelago.

All'origine del gesto clamoroso di protesta del giapponese c'è un'antica diatriba non risolta, che riguarda i diritti di pesca alla balena nelle aree polari. Da tempo immemore Giappone e Norvegia si contendono il primato nel ricco commercio del pregiatissimo grasso di balena e pare che i norvegesi siano stati i primi a correre ai ripari allorquando la caccia al cetaceo fu vietata dalle associazioni animaliste. Gli scandinavi avrebbero infatti da tempo ideato un congegno "la macchinetta" appunto, in grado di produrre un surrogato contraffatto di grasso di balena partendo dal lardo suino, che dopo opportune trasformazioni viene trasformato nel pregiatissimo ed ormai introvabile grasso di balena con cui vengono lubrificati gli ingranaggi degli aerei delle Virtual Airlines mondiali. Il grasso di balena è infatti l'unico a resistere alla polvere di silicio ed elettroni che domina incontrastata nei motori dei simulpiloti.

In seguito alla produzione della macchinetta da parte norvegese, i giapponesi si sarebbero attivati per rubarne il brevetto e produrla a costi stracciati e il falso fotoamatore giapponese Yoshiro Matsannàhi altri non sarebbe che il discendente di un kamikaze giapponese, incaricato dai servizi segreti nipponici di contattare in gran segreto balenieri norvegesi in pensione per far loro valutare la qualità del prodotto che usciva dalle macchinette.

Il nostro arcipelago si è così trasformato nell'insospettabile punto segreto di incontro tra Matsannàhi e balenieri ed è di tutta evidenza che il TA012, memore dei suoi trascorsi di pilota invischiato nel commercio suicolo, avrebbe annusato ed organizzato gli incontri, desideroso di intascare una sostanziosa cifra per la mediazione commerciale non proprio alla luce del sole.

 

Si spiegano così le foto pubblicate nella scorsa edizione che, nonostante lo sciopero bloccasse l'hub di Antigua, dimostravano un'intensa attività aerea da parte di compagnie di charter e idrovolanti. Gli idrovolanti raggiungevano gli allevamenti suicoli sparsi nelle isole del nostro arcipelago e caricavano alla chetichella magroni magroncelli e lattonzoli (tali sono le pezzature commerciali dei suicoli idonei a fornire il lardo) i quali venivano poi concentrati a Cocoa Point, dove i balenieri norvegesi in pensione si occupavano di trasformare lardo suino in grasso di balena, valutando l'efficienza e la qualità delle macchinette di produzione parallela giapponese. Anche la ferita rimediata dal giapponese al braccio, dapprima scambiata per gli esiti di un attacco di uno squalo, sarebbe con ogni probabilità da imputarsi ad un magroncello ribellatosi durante le operazioni di carico su un idrovolante sulla spiaggia di St.Lucia.

I charter invece, pilotati dal TA012, facevano la spola tra Cocoa Point e Luis Munoz Intl., carichi di macchinette collaudate, le cui destinazioni finali erano dapprima la stiva degli Air Cargo Express e successivamente la capitale nipponica. Il TA021 (alias ACE 102) e il TA011 (alias ACE 084) pilotavano gli aeromobili ACE carichi di macchinette, alternandosi in estenuanti turni di volo, indispensabile per triangolare i carichi in un intricato time table che prevedeva scali a Seattle e Genova (sede ACE).

 

Le Autorità locali, messe in allarme dal nostro precedente articolo, non potevano continuare a chiudere occhi e orecchie ad oltranza e stamani hanno effettuato un blitz negli hangar ACE e sequestrato sei tonnellate di macchinette e sessantacinque tonnellate di lardo suicolo già pronto per la trasformazione in grasso di balena, pronti per essere caricato sul 777. La notizia deve essere giunta alle orecchie del faccendiere Yoshiro Matsannàhi, che già alterato dal tradimento della presunta vedova Suimuri (tuttora introvabile ed ufficialmente impegnata a battere a macchina la tesi di laurea del TA016) non ha accettato il sequestro di un carico così prezioso per il proprio paese e salito a bordo del 777 travestito da hostess, lo ha sequestrato abbattendo la porta della cabina a colpi di karatè.

 

Trepidiamo in queste ore per le sorti dei balenieri e dell'equipaggio, ma stentiamo a credere che le presidenze ACE e Tropic siano estranee ai traffici organizzati dai loro piloti e la reazione sconsiderata del giapponese esasperato era forse prevedibile, anche perché per tutta la giornata il quasi Capitano TA005 aveva cercato di sdrammatizzare la situazione venutasi a creare con il sequestro delle macchinette propinando al giapponese semifreddi di produzione casalinga.

Tuttora dalla cabina del 777 pende uno striscione  di protesta zeppo di ideogrammi di difficile traduzione:

 

jfdsfefkl pefwo eewkewkfewgb

 

 

ma il cui significato suona così:

Moglie lattonzoli e macchinette, restituitemele o vi faccio a fette

Tropic Air e ACE tra noi non vi sarà più pace!

Piloti ladroni vi ho riempito di soldoni

 

Prevediamo che le Presidenze ACE e Tropic si affanneranno a smentire il nostro articolo ed ogni altro coinvolgimento, ma al proposito due sensazionali rivelazioni rendono sin d'ora le loro smentite non credibili:

1) il TA012 è in odore di promozione al grado di Primo Ufficiale e starebbe godendosi una vacanza premio pagata dalla Presidenza Tropic a Miami in attesa che sia visionato il video della su aprova di abilitazione che la Presidenza ha definito una banale formalità;

2) abbiamo rimediato un piano di volo IVAO dal quale risulta che il Presidente ACE si sta trasferendo con l'elicottero privato, nonostante le condizioni meteo avverse, da Genova a Monte Carlo, presumibilmente per rimediare la somma di denaro necessaria ad intavolare le trattative necessarie alla resa dei conti con il giapponese dirottatore.

 

In questo scenario è difficile credere all'autenticità dello sciopero della settimana scorsa che altro non sarebbe stato che il tentativo di ACE e Tropic di nascondere le carte e camuffare uno dei traffici più colossali di materiale contraffatto che la storia dei Tropici ricordi.

 

Stefano Piccinini